A Casa Tyson, Las Vegas, pasta al pomodoro e tiramisù per l’ex campione del mondo dei pesi massimi
Economia, finanza, intelligenza artificiale, sostenibilità, mobilità elettrica, enogastronomia, ma ora Pietro Polidori, altoatesino doc, con le sue 5 lingue ed un’esperienza ventennale (17 Paesi nel mondo per centinaia di performance), è pronto per le grandi sfide istituzionali. Condurre e presentare è l’essenza della sua vita, sa padroneggiare con particolare destrezza tematiche complesse e di varia natura, con un nobile fine, come anch’esso ammette – “quello di aiutare il pubblico a comprendere al meglio la materia che si sta trattando, sia essa di facile fruizione o di più laboriosa entità. E questo è reso possibile sia grazie ad una chiara e nitida comprensione di quanto esposto sui palchi che da una buona conoscenza della natura umana, altra caratteristica meno palpabile ma altrettanto significativa di un siffatto mestiere”.
Pietro nasce a Bressanone, in Provincia di Bolzano, nello splendido Sudtirolo/Alto Adige, da padre genovese e madre altoatesina di madrelingua tedesca. Dopo aver conseguito la maturità al liceo scientifico, si trasferisce in Austria, dove inizia a studiare architettura. Nonostante abbia completato il percorso universitario con un ottimo voto finale, già durante gli anni dell’ateneo capisce che probabilmente non intraprenderà la carriera di architetto. Il mondo che lo affascina maggiormente è quello della comunicazione, un settore in cui comincia a lavorare subito dopo la laurea. Dopo anni di esperienze e impegno, Polidori approda finalmente sui palchi di convention internazionali in diversi Paesi, consolidando il suo ruolo come presentatore di eventi di grande prestigio.
Ha introdotto e dialogato con star internazionali quali Sting, Andrea Bocelli, Arnold Schwarzenegger, Mike Tyson, Seal, Nicole Scherzinger, Jason Derulo, Flavio Briatore, ma anche imprenditori, presidenti di fondazioni, manager e artisti di varie branche.
In alcune interviste nella quali si racconta confessa: “già durante gli studi di architettura mi accorsi che non mi dispiaceva parlare di fronte alle persone. Atavica mia indole. Ma fu nel 2004 l’inizio della mia carriera. Il mio primo palco”.
Segreto? “Un presentatore o conduttore che sia, non deve mai prevaricare. Non è lui il protagonista. Anzi, talvolta ci si chiama “moderatori” proprio per l’etimologia del termine, l’essere moderati e non eccedere nel troppo egocentrismo e/o autocelebrazione”.
Italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, completo in tutto, presenza scenica anche, che – pur non fondamentale – di certo aiuta in determinate dinamiche ove l’eleganza deve fare la sua parte. E poi la maturità e la crescita personale: “Ci tengo a precisare, non si tratta di canovacci, ma di strutturarli gli eventi. Ho lavorato negli Stati Uniti, molto in Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Hong Kong, Tokyo… anche Danimarca e Principato di Monaco. Conferenze e convention in duplice lingua (inglese), dal farmacologico al bancario, passando per il sostenibile o il business puro, cene di gala private con concerti (Bocelli e Sting ad esempio) e altro oltreché variegato. Capri, Portofino, Porto Cervo…”
Tra i vari giri del mondo, non poteva di certo mancare anche il succoso aneddoto che lo vede protagonista a Las Vegas, e non solo sul palco in conduzione, ma nelle vesti di Chef Provetto (vedasi foto) a casa dell’ex campione dei pesi massimi Tyson mentre, proprio Polidori, cucina in esclusiva per l’amico Iron Mike un’intramontabile pasta al pomodoro e un delizioso tiramisù!
E – per un uomo che è saputo arrivare a questi livelli – il sogno non solo appare chiaro e lapalissiano, ma anche concretamente realizzabile: “Continuare a crescere sia per numero di ingaggi ma soprattutto qualitativamente. Cio’ a cui aspiro sono eventi con cariche istituzionali importanti, sia nazionali che europee o mondiali. Sicuramente è tra i miei più sentiti obiettivi a breve termine. Un G7 o un World Economic Forum tanto per dire, sarebbe una buona cartina di tornasole e un banco di prova su cui vorrei mettermi in ballo. E anche posizionarmi come uno dei presentatori più ingaggiati – a livello di numeri – nel vecchio continente.