Madalina Ghenea inizia il suo percorso professionale, come modella sulle passerelle più prestigiose del mondo, tra luci e riflettori sempre puntati addosso. Dal mondo della moda a quello del cinema più illustre, sotto la direzione del regista italiano Sorrentino, Madalina Ghenea risulta essere un’attrice convincente e non semplicemente una bella ragazza da copertina, ha avuto flirt e storie d’amore con volti molto noti al pubblico come quello di Gerard Butler e Michael Fassbender.
Sul set del film «House of Gucci», viene scelta dal regista Ridley Scott per interpretare Sophia Loren. Nell’ambito della 78 edizione del Festival del Cinema di Venezia, viene scelta come madrina per il Premio Kinéo. Abbiamo avuto il piacere d’incontrarla e di scoprire qualcosa in più di Lei.
Madalina il suo percorso professionale l’ha sempre messa davanti a delle scelte. I suoi genitori l’hanno sempre appoggiata in quello che faceva?
Loro mi volevano in questo mondo qui, e così è stato. Considerando che io ho comunque continuato il mio percorso di studi di psicologia all’università del mio Paese, una disciplina che mi piaceva tanto ottenendo anche un buon voto. Per il resto posso dire che la più grande scuola è stata la mia vita, perché vivere in città diverse come modella dall’età di 14 anni con 4 o 5 ragazze, e cambiare appartamento ogni due settimane per spostarsi da Tokyo a New York, a Milano, a Parigi con non so quante culture e nazionalità ed età diverse. Se non impari da tutte queste esperienze…
Parliamo del premio Kinéo, quali emozioni e sensazioni ha avuto nel ruolo di madrina?
Sono sempre felicissima di tornare a Venezia, sono onorata di essere stata la madrina del Premio Kinéo che viene assegnato dal pubblico. Per me è stato molto importante, considerando che il Premio Kinéo ideato e diretto da Rosetta Sannelli compie 20 anni di presenza a Venezia. Se non avessi avuto la possibilità di fare questo lavoro o partecipare a questi eventi sarei stata sicuramente in fila ad attendere di entrare in sala a vedere il film. Il cinema è un regalo e sono felice che si possa tornare un po’ alla normalità. Speriamo che si riempiano presto le sale. Per me il premio vero, quello che regala emozioni, è l’affetto del pubblico.
Che rapporto ha con i social?
Brutto, una guerra continua, lo soffro tantissimo, lo devo ammettere… è inutile raccontare le cose così perché suona bene, io questa cosa la vivo malissimo, sempre di più in realtà.
Com’è stato il suo lock-down?
Rispetto all’11 settembre, quello che abbiamo affrontato è stato una sorta di attacco, meno brutale, un po’ più lento. Ci abbiamo messo un po’ di tempo a capire cosa e come fare. Questo periodo così complicato mi ha portato ad abbracciare di più mia madre, a dedicarmi agli affetti e concentrarmi un po’ di più sulla famiglia. Quando ad esempio avevo il film “Youth – La giovinezza” al Festival di Cannes con Paolo Sorrentino ho deciso di andare ad Haiti perché volevo adottare una bambina, ma poi ho avuto la fortuna di diventare mamma dopo che mi avevano detto che non potevo per motivi di salute, successivamente ho abbandonato il mio sogno professionale temporaneamente per la mia vita personale. Se vogliamo trovare un lato positivo a quanto successo, sono potuta stare vicino alla mia famiglia, ho comprato un pianoforte facendo lezioni con mia figlia e ora posso tornare a fare le cose che mi piacciono…dopo la tempesta apprezzi di più il sole.
Cosa può dirci del film a cui ha preso parte “The House Of Gucci” nei panni di Sophia Loren?
Non posso svelare molto. Posso solo dire cosa è stato interpretare Sophia Loren. Quando è uscito il trailer erano le 2 del mattino, ero a Capri per un evento UNICEF e quando ho visto me nel trailer ho pianto di gioia, è stato un regalo troppo bello. Ho sempre amato il cinema italiano e l’Italia, ed è un grandissimo onore pensare che Ridley Scott abbia scelto me, per quel ruolo. Ho avuto l’onore di lavorare con Sorrentino, con mostri sacri tra cui Jude Law, Jane Fonda, Michael Caine, di loro vorrei avere l’arte di saper raccontare le cose e la capacità di emozionarsi ancora per ogni esperienza. I film sono come figli, ci devi mettere tanto amore e pazienza, quindi se devo aspettare tre anni per un progetto, lo faccio ma scelgo sempre con il cuore. Sono felice che questo tempo di attesa poi venga premiato. Preferisco fare una parte piccola in progetti grandi che viceversa.
Com’è stato interpretare Sophia Loren?
Non posso dire molto per motivi contrattuali, io lei l’ho conosciuta, è stato emozionante, l’ho premiata nel mio Paese, in Romania, è amatissima in tutto il mondo, io sono testimonial di Damiani e lei ha lavorato tanti anni con loro e anche la campagna che abbiamo scattato è ispirata e dedicata a Sophia Loren che è un esempio per me. Penso che nel mondo di oggi siano sempre più rari i personaggi come lei.
Qual è la lezione che ha imparato da tutti questi personaggi con cui si è relazionata negli anni?
La conferenza stampa più bella della mia vita è stata al festival di Cannes, dove Michael Caine ha dato una lezione di vita incredibile, ha un’arte nel raccontare le cose, è magnetico. Lui si emoziona ancora, per ogni esperienza. Questa è la lezione più grande.
Nel suo futuro c’è qualche progetto televisivo?
Televisivo no, ho preso una bella pausa per mia figlia e sono molto concentrata sulla sua crescita, non ho mai avuto una tata e le vacanze le ho passate con lei da sole, senza nessun aiuto.
A Venezia ha girato il film “Youth-La Giovinezza”, quali emozioni ha avuto?
Il ricordo più bello è mia madre che mi ha chiesto di fare la foto con Michael Caine. Era sul set con me ed era emozionatissima, non l’ho mai vista così felice. Ha sempre avuto la convinzione, che io non avevo, che sarei diventata attrice. Quella scena per me è stata come un sogno, mi chiedo se veramente merito di lavorare con questi mostri sacri del cinema. Forse le insicurezze sono arrivate adesso rispetto a venti anni fa, quando ero agli esordi, ora mi emoziono di più.
Un sogno che vorrebbe realizzare?
Tanti, tantissimi, ho realizzato il sogno di creare la mia casa di produzione per aiutare tanti giovani e vorrei portare sul palco un mio pezzo con il mio pianoforte comprato durante la quarantena. E poi prima di partire per Venezia ho ottenuto il visto americano, lo inseguivo da tempo e non avendolo ho perso anche un progetto importante, Once upon a time di Quentin Tarantino, in cui dovevo interpretare la moglie di Di Caprio. Ora sono felice.
Foto Rocco Spaziani