GIUSEPPE PICONE
ritratto dell’ètoile mondiale, il pupillo di Carla Fracci

giuseppe picone

Giuseppe Picone, classe 1976, ballerino di indiscussa fama internazionale, orgoglio della danza italiana nel mondo e pupillo indiscusso di Carla Fracci regina della danza.  Ha danzato nei teatri più prestigiosi e al fianco delle più importanti stelle della danza. Étoile, coreografo, direttore artistico del Gala Picone & I Grandi della Danza. Fino a dicembre 2020 ha ricoperto il ruolo di Direttore del Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli.

Sul palco e nella vita si può cadere, quando le è capitato come si è rialzato?
In quasi 30 di carriera fortunatamente sul palcoscenico mi è successo solo due volte, è una spiacevole sensazione, mentre la vita è fatta di alti e bassi, a volte si cade, l’importante è rialzarsi sempre con forza e con coraggio.

Quando ha scelto il suo destino?
In verità è il destino che ha scelto per me il percorso della danza, il mio destino è nato con me, non potrei pensare di vivere senza la danza, mia mamma mi ha raccontato più volte che avevo appena due anni e in spiaggia con il pannolino ballavo, la danza è nel mio DNA.

La sua prima vera prova?
Fu a sedici anni debuttai come solista al Ballet National de Nancy, grazie a Pierre Lacotte direttore della compagnia che mi assegnò un ruolo molto importante per il balletto “L’Ombre” dove lui era coreografo.

Di recente è morta Carla Fracci la regina della danza, tra voi c’era un rapporto speciale, che ricordo ha di Lei?
Carla è entrata a far parte della mia vita, quando avevo soltanto dodici anni al Teatro San Carlo di Napoli. Di Carla potrei raccontare tante cose, ma la cosa più importante di Lei e che nonostante tutta la sua fama mondiale era sempre con i piedi per terra, era umile, mi ha sempre seguito sia in Italia che all’estero, mi ha invitato svariate volte a ballare all’Arena di Verona e all’Opera di Roma, dove lei era direttore artistico. Nel privato era molto divertente, semplicemente unica.

Giuseppe Picone
Giuseppe Picone

Incontrare una Fracci nel suo percorso di vita, cosa ha rappresentato?
Per me ha rappresentato un esempio, Carla era una bellissima ballerina, anche se non aveva grandi doti fisiche ma la sua determinazione nel lavoro nella costanza e in tutto, tanto da renderla icona mondiale. Sono fonte d’ispirazione ed esempio assoluto.

Per stravolgere le consuetudini ci vuole coraggio?
Assolutamente si, in qualsiasi cosa, nella vita come nella professione ci vuole coraggio, se si crede in qualcosa bisogna sempre affrontarlo con coraggio.

Cosa significa la danza per lei?
Per me la danza rappresenta la vita, richiede tanti sacrifici, ha coinvolto tutto me stesso, quando ero ragazzo forse mi sono perso la spensieratezza, ma è un’arte così bella e così leggiadra che mi ha regalato grandi soddisfazioni nella vita.

 

Di cosa ha nostalgia?
Ho nostalgia dei quattro anni trascorsi a Londra nell’English National Ballet, è stata la Compagnia dove ci ho lasciato il cuore, con i miei compagni e colleghi affrontavamo 180 spettacoli l’anno, sempre con tanta energia e voglia di fare. Ricordo memorabile, ad una cena dopo un mio spettacolo “Romeo e Giulietta”, conobbi Lady Diana, resta uno degli incontri più belli nella mia vita.

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Cos’è per Lei la perfezione?
Sinceramente, penso che la perfezione non esista, credo che sia irraggiungibile, soprattutto nella danza visto che è un’arte effimera. 

Nella sua inarrestabile carriera ha calcato i palchi più importanti di tutto il mondo, quale ricorda con particolare affetto e perché?
Ricordo con grande affetto il Royal Festival Hall di Londra perché ho debuttato con tanti primi ruoli del repertorio classico e contemporaneo, proprio in questo teatro a 17, 18, 19 e 20 anni, quando ero molto giovane. Quattro anni intensi dove ho debuttato, da Giselle al Lago dei Cigni, da Romeo e Giulietta allo Schiaccianoci. E’ un ricordo meraviglioso che ho di questo teatro. 

Progetti futuri?
Considerando che la pandemia ha bloccato il lavoro per tutti, direi che adesso è ora di ripartire con i miei spettacoli in Italia e all’estero. Inoltre nel 2022 festeggio i miei 30 anni di carriera, pubblicherò per questa occasione il mio libro.  

Un desiderio?
Ho un desiderio semplice direi, un giorno vorrei svegliarmi affacciandomi dalla mia finestra e vedere il mare, una casa con una sala di danza dove potermi allenare ed ispirarmi al mare per creare nuove coreografie di danza classica, neoclassica, contemporanea o moderna.

Intervista a cura di
Gabriella Chiarappa

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