Scritto e diretto da Pino Ammendola con Maria Letizia Gorga musiche arrangiate ed eseguite dal vivo da Stefano De Meo (pianoforte) e Pino Iodice (chitarra).
Amava farsi chiamare La Negra, perché era sempre dalla parte degli ultimi e con rara coerenza per un’artista ha usato la sua arte sempre come strumento di lotta a favore del popolo.
Un destino racchiuso in una voce, è questa la chiave che l’autore e regista Pino Ammendola ha usato per raccontare l’indimenticabile Mercedes Sosa. “Todo cambia, viaggio intimo con Mercedes Sosa“, uno spettacolo di teatro-musica che vedrà in scena, l’attrice e cantante Maria Letizia Gorga – attraverso la cui voce si vuole rinnovare, in questi nostri tempi bui, un grido di speranza e di amore per la vita – ed accompagnata dal vivo dai musicisti Stefano De Meo al pianoforte e Pino Jodice alla chitarra.
Un percorso umano non certo facile quello di Mercedes Sosa, una donna nata poverissima eppure dotata di un grande amore per la vita e il desiderio di battersi contro l’ingiustizia, affrontato grazie all’idea del canto vissuto come strumento di comunicazione e di battaglia politica.
Un viaggio alla scoperta dei segreti di un’anima tormentata che, dietro la sua inguaribile voglia di lottare per il bene degli altri, nasconde un senso di profonda solitudine e dolore.
Dolore che diventa dramma per un esilio inflitto da un regime totalitario che ha procurato alla sua patria, la martoriata Argentina, oltre 30 mila vittime e che l’ha resa testimone internazionale della silenziosa battaglia della Madri di Plaza de Mayo.
Mercedes, come tutti i grandi che se ne vanno, ha lasciato un vuoto incolmabile ma anche un messaggio: “Todo cambia” tutto cambia, proprio quando pensiamo che nulla cambierà.
Alla protagonista assoluta dello spettacolo Maria Letizia Gorga, abbiamo chiesto cosa condivide con Mercedes?
La sua risposta è stata “Mercedes era una cantòra popular, una pasionaria che usò la propria voce come strumento di liberazione del suo popolo, per dare voce a chi non ne aveva. Mi piace pensare di dare anch’io voce a ciò che non deve essere dimenticato, a ciò che è bello, urgente ed emozionante ricordare, sperando così di riaccendere il nostro senso di partecipazione ad un rito collettivo teatrale che è anche civilmente e socialmente utile.
Il nostro mestiere di attori oggi ci impone anche di riattivare un senso critico che svegli le nostre coscienze, un po’ sopite.